“Naturae”

 

 

L’esposizione intitolata “Naturae” nelle sale della Galleria Agora’ di Palermo, propone una
visione di intreccio tra arte e natura con opere realizzate nelle tecniche della ceramica.
Nella ceramica dipinta, l’oggetto non è più solo uno strumento finalizzato a una sua

funzione pratica; diventa anche un’oggetto, in grado di raccontare una storia.

 

L’esposizione intitolata“Naturae” a cura di
Stefania Giacchino presenta le opere di:
Antonio Jose’ Pantuso, Sergio Pausig/Oskar Kogoj, Gian Carlo Venuto

 

 

 

 

NATURAE

 

Tutto ciò che riunisce la natura al suo scopo umanistico primario mediante lo statuto dell'arte è indizio di un possibile altrove, al punto che il verbo coltivare finisce per confluire, come un fiume verso il mare, nella più vasta accezione della cultura.

 

 

La mostra Naturae è un microcosmo di situazioni artistiche ben coltivate; in essa la nozione ceramica della terra è 'terra' con un orizzonte ben definito, un finisterre, un limite, un confine. Su quest'ultimo termine vorrei spendermi meglio, perché nel mondo dell'arte c'è qualcosa di nomadico che allarga a dismisura il nostro sguardo.

 

Si rischierebbe di cadere entro la linea geografica che separa le arti liberali da quelle meccaniche, le maggiori dalle minori, se non richiamassimo come un memento la condizione nomadica dell'arte contemporanea. Tre autori alle prese con una materia unica, sconfinanti, collaboranti, compenetranti gli uni negli altri (Pausig in direzione Kogoi in direzione Pantuso in direzione Venuto in direzione Pausig), una mostra unica, circolare e unitaria di arti del terzo fuoco; forme liberali che si declinano in terre biscotte e smaltate a rappresentare la materia unica della cultura-coltura.

 

 

Ma il mio è un discorso di parte, perché da qualche anno ho un cimento: l'ecologia come componente fondamentale dell'arte contemporanea. Non il vedutismo, il paesaggismo, bensì l'ecologia. Quando il nostro sguardo incontra una galleria naturante di nobili animali e forme vegetali e nuovi morfemi surrealistici che dialogano in modi sonanti con la forza degli elementi (terra, acqua, aria, fuoco, metallo e manas, la mente) mi chiedo e vi chiedo: dove sarà il paradiso che ci attende? Forse, da una prospettiva laica, umanistica, rinascimentale, in uno scarabattolo di naturalia e mirabilia simile a questo. L'artificio della mostra è, allora, un "indizio terrestre" (Cristina Campo) e la galleria Agorà, per un istante, il sembiante di un possibile eden.

 

 

 

Vittorio Ugo Vicari

Storico dell'arte

 Accademia di Belle Arti di Catania